Memorie di un quartiere: Storie e Personaggi Raccontati dall'Associazione Primavalle in Rete


Ieri, presso la libreria Franco Basaglia, gioiello del quartiere, si è svolta una conferenza organizzata dall'Associazione Primavalle in Rete. L'evento, condotto dai relatori Alessandro Guarnacci e Gianluca Chiovelli, ha offerto una riflessione significativa sul passato e sui personaggi che hanno contribuito a plasmare l'identità di questa zona, ricordando a tutti i presenti – che diventeranno altre voci – quanto sia essenziale dare eco a queste memorie. Una miccia innescata in ciascuno di noi, per riscoprire e comprendere a fondo l'essenza di questo luogo.

Tra i principali temi trattati, c’è stato il discusso omicidio della piccola Anna Bracci, una ferita indelebile nella memoria collettiva degli anni '50 che mise in luce l’abbandono delle borgate romane. Questa condizione attirò l’attenzione di intellettuali come Visconti, Lizzani e Rossellini, influenzando anche il cinema, che trasformò questa realtà in arte. Emblematico è il caso di "Europa '51": durante le riprese, Ingrid Bergman, protagonista del film, si affezionò a un bambino malato, Bruno Armoniosi, sostenendolo nelle cure e portandolo sul set, dove il piccolo apparve nel film. Un gesto che superò la finzione, lasciando un segno autentico nella comunità.

Parlando di personaggi più lieti, si arriva a Ottavio Sansoni (1895-1990), il medico del quartiere,
anche se medico non era, bensì infermiere. Ai tempi non esisteva la sanità come la intendiamo oggi, e lui, raccontano i relatori, era sempre pronto a intervenire in qualsiasi momento. Un vero e proprio punto di riferimento, e se abitavi a Primavalle in quegli anni, sicuramente eri passato sotto le sue mani. Lo ricorda una signora presente in sala, citando con il sorriso tutte le volte in cui le ha messo i punti. E ora, anche per noi che non lo abbiamo conosciuto, è il mitico Sor Ottavio.

Proseguendo con le testimonianze, ecco un'altra figura chiave: Padre Isaia Filippi (1904-1988), che visse a Primavalle per 25 anni, diventando un punto di riferimento per tutta la comunità. La sua presenza non si limitava all’ambito spirituale: fondò strutture importanti come il Collegino e aiutava le famiglie a trovare lavoro e abitazioni popolari, dimostrando una dedizione unica ai bisogni del quartiere. La sua determinazione a migliorare Primavalle lo rese talmente influente da diventare scomodo per alcuni, tanto che nel 1959 fu allontanato. Ma,
come testimoniato da chi lo ricorda ancora oggi, il suo operato rimane un cardine essenziale nella memoria collettiva del quartiere. Forse addirittura miracoloso, visto che una signora interviene dicendo che, a un anno di vita, stava morendo di polmonite, poi Padre Isaia le diede l'olio santo e ora, all’età di 75 anni, è ancora tra noi.

Un altro momento di interessante scoperta è stato dedicato alla Chiesa di via Casali di Torrevecchia, un tempo appartenuta alla famiglia Mazzotti-Faglia. L'edificio, oggi abbandonato, conserva ancora lo stemma nobiliare della casata, simbolo di un'epoca che aggiunge un ulteriore tassello alla memoria di questo angolo di Roma. Chissà quante volte siamo passati davanti chiedendoci: "Ma questa chiesa perché è chiusa?" Finalmente abbiamo la risposta.

Durante la conferenza, è stato anche ricordato il legame tra Gabriele D’Annunzio e la zona. Per una battuta di caccia il poeta si spinse fino a Primavalle, all'epoca ancora un’area di campagna, e qui tornò più volte a declamare i suoi versi.

Persino l'indimenticabile Totò è parte della storia del quartiere, salvando 150 cani randagi e fondando un rifugio a Casalotti. Vanno inoltre citati la scrittrice di "Una donna" Sibilla Aleramo e, sempre tra gli abitanti del quartiere, la star dei fotoromanzi Mariantonietta Tenore, in arte Beatrice.

Le storie di chi ha vissuto e contribuito alla crescita del quartiere sono innumerevoli, vengono addirittura citati soldati saraceni e imperatori. L'avreste mai detto? Qui Antonino Pio aveva la sua residenza imperiale, eppure, come sottolineato dai relatori, spesso queste storie restano sconosciute o dimenticate. Infatti, frequentemente, passiamo accanto a queste strade senza fermarci a riflettere su ciò che esse raccontano. Per questo è fondamentale recuperare e conservare la memoria storica, perché ogni angolo, ogni vicolo, è una parte viva di un racconto che, solo conoscendo, possiamo comprendere nel suo vero valore.

Quando la conferenza si è conclusa, infatti, è come se le voci, le movenze e gli sguardi di queste persone continuassero a riecheggiare. Ci sembra di sentirli, i loro passi, le loro chiacchiere, e ora percepiamo ciò che hanno saputo donare a chi li ha conosciuti. Insomma, Primavalle esiste, è esistita e sì, non è male.

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