Di Giulia Palummieri
Il 19 dicembre ha finalmente aperto il tanto dibattuto McDonald’s a Piazza Clemente XI, a Primavalle, suscitando polemiche che si prolungano ormai da mesi. La chiusura del supermercato Alta, una realtà ben radicata nel quartiere, ha innescato le proteste di molti residenti, che accusano l’arrivo della multinazionale di sacrificare un punto di riferimento per i consumatori locali. Eppure, Alta non era certo una piccola bottega di vicinati; si trattava di un supermercato ampio, che per anni ha servito la comunità (e ha altri due punti vendita nel quartiere) Nonostante ciò, la vera critica sembra riguardare più il cambiamento in sé, rispetto la reale perdita.
Oltre alla chiusura di Alta, c’è chi teme l’aumentodel traffico, ma la preoccupazione dovrebbe essere è eccessiva. È probabile che il McDonald’s serva principalmente le persone che abitano nel quartiere e quindi si sposteranno principalmente a piedi. In una città come Roma, fare questo è un lusso che in pochi possono permettersi, come fa a non essere vista come una comodità questa novità?. In fondo, il traffico che ha caratterizzato l’inaugurazione non è altro che l’effetto di un evento speciale.
Un’altra critica ricorrente riguarda la presenza delle multinazionali, accusate di "colonizzare" il quartiere. Ma se ci fermiamo a riflettere, non possiamo ignorare come la nostra vita quotidiana sia ormai intrinsecamente legata a questo sistema globale. Quante persone, pur criticando McDonald's, usano uno smartphone o indossano scarpe Nike? La contraddizione è evidente: il fast food diventa il capro espiatorio, mentre altri aspetti della globalizzazione vengono accettati senza battere ciglio.
La polemica sul "cibo spazzatura" è l’ennesimopunto in discussione. È vero che McDonald's offre un tipo di alimentazione che andrebbe consumato con moderazione, ma questa accusa appare eccessiva. Se fosse davvero così dannoso, il cibo spazzatura sarebbe limitato ai fast food, mentre in realtà lo troviamo ovunque, dai supermercati alle panetterie. L’educazione alimentare resta la chiave, e spetta a ciascuno di noi scegliere come alimentarsi, senza attribuire colpe a un singolo luogo di ristoro.
In realtà, Primavalle ha bisogno di spazi di aggregazione per giovani e famiglie, e McDonald's potrebbe essere proprio quel punto di ritrovo tanto desiderato. In una zona che non offre molte alternative economiche per mangiare fuori, questo fast food può risultare una valida soluzione, anche se non è certo il centro sociale o il teatro dal basso che molti sperano. Tuttavia, è comunque un segno di vitalità in un quartiere che ha visto poca innovazione.
In definitiva, la reazione alla sua apertura dimostra come spesso ci si infiammi per questioni superficiali, mentre le problematiche reali e urgenti vengono trascurate. Non sarebbe più utile concentrarsi su ciò che davvero merita attenzione, smettendo di accanirsi su questioni marginali, per non rischiare di perdere di vista ciò che conta davvero?
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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
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Voglio sperare che l'età dell'autrice di questo servizio sia inferiore ai 25-26 anni. Dal contenuto dell'articolo emerge inesperienza di vita, scarsa conoscenza delle problematiche periferiche, assoluta ignoranza sull'educazione alimentare. Ciò detto mi auguro che il MC tenga il ordine e puliti i suoi spazi esterni
RispondiEliminaNon ho l’età che lei immagina e, sinceramente, il tono che ha scelto di utilizzare mi sembra eccessivamente polemico e gratuito, volto più ad avvalorare se stesso che a offrire un contributo costruttivo. Non ho mai sostenuto che i fast food siano salutari, ma esistono altri esempi di alimenti altrettanto poco sani: dalle caramelle in vendita nei supermercati ai piatti spesso troppo carichi serviti nei pub. La differenza la fa il nostro autocontrollo, la capacità di regolarci. Se manca questa consapevolezza, probabilmente il problema va affrontato a monte, magari con l’aiuto di uno specialista.
EliminaAllo stesso modo, nel quartiere ci sono anche palestre, ma non per questo tutti corriamo a iscriverci. La presenza di un’ampia scelta di "leccornie" in questo periodo non implica necessariamente che dobbiamo comprarle tutte e consumarle in eccesso.
Mi domando, con quale presunzione pensa di conoscere la mia vita? Io qui ci abito e vivo la realtà di questo luogo quotidianamente. Lei, invece, da dove scrive? Mi dispiace constatare che il suo intervento sia carico di astio. Se avesse davvero voluto fare una critica costruttiva, avrebbe potuto scegliere un linguaggio più educato e rispettoso. Ma d'altronde questa è la moda
Per il resto la invito a spargere il proprio rancore e punzecchiamenti altrove. Avete già infestato i social, questa è un'altra dimensione. Quindi può continuare da sola nella sua ricerca di dopamina compensatoria.
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