Primavalle nasce negli anni '30 come borgata per accogliere gli sfollati del centro. Oggi, dopo molte trasformazioni sociali e urbane, è un quartiere residenziale che, pur con le sue difficoltà, conserva un legame profondo con le proprie radici. Un senso di appartenenza che si riflette nei colori dei suoi muri, la cosiddetta 'street art' che oggi racconterò lungo la mia passeggiata virtuale
Tale forma d'arte d'altronde ha trovato in questi luoghi uno spazio ideale per esprimersi, diventando la sua voce e non certo solo decorazione. Camminando per le sue vie, infatti, si scoprono murales che raccontano storie di vita, di lotta, di rabbia e di speranza. Le facciate si animano portando così bellezza e riflessione anche negli angoli più inaspettati.
Ma adesso iniziamo il nostro cammino. Eccoci tra i lotti di Via Federico Borromeo, ben accolti dallo
sguardo intenso di “Europa15”, l’opera di Omino71, che ci ipnotizza con la sua profondità e apre le danze della nostra immersione. Pochi passi dopo, ci colpisce una figura potente e inaspettata: la Wonder Woman di Flavio Solo. In questo luogo l’eroina non è la combattente che tutti conosciamo; è autentica e vulnerabile, come se fosse parte integrante della comunità: un’amica, una sorella o una figlia che vive un momento di intimità. In quel frangente percepiamo una confidenza speciale, un legame che ci invita a chiamarla per nome. Lei è a "casa" e le "maschere" cadono.
Proseguiamo il nostro cammino: basta volgere lo sguardo a destra per scoprire l’opera di Scoffee che,
con colori vivaci e avvolgenti, infonde nuova energia al muro creando un piccolo spettacolo visivo che sembra quasi udibile. E con questa melodia nella mente arriviamo al civico 67, sulla facciata dell’IIS Luigi Einaudi, l’opera di Luis Gomez de Teran ci porta in uno scenario dai toni opposti: il bianco, il nero e l’intimità dell’adolescenza. Nel cortile dell’Einaudi i muri continuano a raccontare altre storie, forse gli stessi studenti hanno contribuito a queste ulteriori narrazioni, in cui tra tutte, spicca un disegno che tocca il cuore: il tenero bacio di due innamorati. Una scena che racchiude tutta la poesia della giovinezza.
E di scene passo passo ne esploreremo ancora parecchie, siamo al civico 45, sempre di Via Borromeo, più precisamente all'Ufficio Postale, ed ecco palesarsi davanti ai nostri occhi i "muri" di Silvia Sbordoni, Martina Vanda e Martoz. Queste creazioni fanno parte del progetto
"Tutto il mondo è paese" e celebrano il quartiere con i loro stili diversi accostati, passando dalle immagini astratte a scene di vita quotidiana. Non vi annoierete di certo in coda alla posta ora, ma non distraetevi o vi troverete ad aspettare dietro qualche personaggio del murale anche loro i fila come voi.
A tal punto viene già da dire che di bellezza ce n'è in un quartiere davvero poco citato per meriti di questo tipo; in fondo siamo ancora sulla stessa via.

Arriviamo passo dopo passo all'incrocio con Via Michele Bonelli, qui ad aspettarci c'è la monumentale opera "Il Peso della Memoria" realizzato dal Collettivo FX. Il murale dedicato a Giuseppe Tanas, giovane ucciso nel 1947 durante una manifestazione proprio in quel punto, è un momento di grande riflessione con le sue figure disposte a piramide a simboleggiare la memoria del quartiere con Tanas al vertice. La raffigurazione ha però un altro messaggio nascosto: seguite il filo rosso tenuto in mano da una delle figure ed addentratevi in un'esplosioni di arte e simbologie, ma qui non cito nulla, sorpresa, dovete essere avvolti senza punti di riferimento. Piccola avvertenza: preparatevi anche ad una marea di bestemmie, dediche d'amore e "messaggi" di vario tipo lasciati da qualche passante, ma questa è una storia che meriterebbe un capitolo a parte, in fondo anche questi sono specchi d'interiorità.
Torniamo a camminare e, dopo appena un paio di passi, arriviamo all'incrocio con Via Giuseppe
Mezzofanti, dove ci accoglie il murale in bianco e nero "Raccontami una storia", realizzato da Luis Gomez de Teran. Quest'opera non è soltanto un'espressione d'arte visiva, ma anche un ponte verso il mondo del cinema, rendendo omaggio al film "Europa '51" di Roberto Rossellini, con Ingrid Bergman, girato proprio a Primavalle.
Il murale cattura una scena cruciale del film e affronta temi come il disagio sociale e le relazioni umane, riflettendo le sfide quotidiane e le difficoltà del dopoguerra. Un bianco e nero che difficilmente dimenticherete, soprattutto se avete visto il film.
A questo punto, vi potrei chiedere se siete stanchi, ma abbiamo percorso appena 600 metri (Google Maps alla mano per credere) assurdo, vero? Non vi dirò nemmeno di fare altri passi, poiché l'opera successiva si trova proprio accanto a quella appena esplorata. Come ci esorta Franco Durelli: "Occhi in su che piove la bellezza!" E proprio lì, affianco, possiamo ammirare un'altra creazione che pulsa di vibrazioni urbane, quella di Kemh.
Adesso cambiamo zona, ma restiamo sempre nei dintorni. Diamo un'occhiata ai murales di Via Alessio
Ascalesi, dove troviamo artisti come Maupal, Bol, Giulia Bannnister di Vera e Muracci Vostri, quest'ultimi considerati i motori di tale vivace fermento culturale. Proseguendo possiamo ammirare la recenti creazione di Napal, un murale dedicato a Sant'Agata e l'importante messaggio sulla necessità degli screening mammografici, ma non vi sfuggirà di certo neanche il contributo di Street14, che si batte per i diritti delle donne.
Alcuni di questi murales mostrano i segni del tempo e delle intemperie, mentre altri sono stati vandalizzati dall'inevitabile nemico di se stesso: l'uomo. Lascio a voi i commenti e so che non saranno gentili.
Chi ha avuto il coraggio di leggere fino a qui secondo me non ne ha ancora abbastanza e quindi è pronto per spostarsi in un altro punto, più precisamente tra i lotti di Via Pietro Bembo e qui troviamo La Rouille con "In qui nato". Un volto triste avvolto in colori cupi, un'opera che ha sollevato polemiche tra gli abitanti che non hanno gradito la sua rappresentazione. Ma il suo messaggio è innegabile con o senza proteste: la solitudine e la tristezza esistono, anche se non si manifestano palesi come un'immagine grande quanto la facciata di un palazzo. Sempre tra le mura di Via Bembo altre facciate-tele si animano ed ecco un po' più nascosti: Pixel Pancho che reinterpreta "Teseo e il Minotauro" in chiave robotica, e Nemo con "Vite" e no, ancora non è finita.
Pronti? vi porto ora ad ammirare in ordine sparso: "Icarus" di Diavù all'interno dell'Istituto
Comprensivo Pio La Torre (Via di Torrevecchia 793) Ligama all'IC Maffi (Via Luigi Maglione 15) Moby Dick all'Alberico Sacchetti (Via Stefano Borgia 110) due sculture di Andrea Gandini (Via Augusto Tebaldi - Via Federico Borromeo) l'imponente ed evocativo "The Roadkill" di Fintan Magee tra le case Ater di Via Cristoforo Numai e chiudo con una storia nella storia: All'ex mercato di Via Pasquale II, i muri parlavano (e tanto) ma sono stati rimossi dagli artisti in un gesto di protesta. Un'azione solidale contro le istituzioni, le troppe promesse non mantenute sulla gestione dello stabile e le sorti di chi ci lavora, rendendo così le sue pareti un simbolo di lotta. Proprio quella lotta che in quartiere come questo non dovrebbe assopirsi mai.
Ma ora è il momento di concludere questo viaggio, un percorso che è solo l'inizio di una scoperta continua. Ci sono molte altre storie nascoste tra le strade "art" di Primavalle pronte a svelarsi. Siete pronti a lasciarvi sorprendere? Bene, staccatevi dallo schermo e andate a vivere questa avventura. Chi vorrà la racconterà la sua qui sotto.
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*Tutte le foto sono state scattate da me. Puoi trovarne altre qui segui l'hashtag: #gpalstreetart
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Didascalie Foto:
- Flavio Solo - Via Federico Borromeo
- Omino71- Via Federico Borromeo
- Anonimo - IIS Luigi Einaudi - Via Federico Borromeo 67
- Silvia Sbordoni, Martina Vanda e Martoz - Ufficio Postale - Via Federico Borromeo 45
- Luis Gomez de Teran - Via Giuseppe Mezzofanti
- Maupal, Bol, Giulia Bannnister di Vera - Via Alessio Ascalesi
- La Rouille - Via Pietro Bembo
- Fintan Magee - Via Cristoforo Numai
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