di Giulia Palummieri
L’incontro con Agnese Moro alla libreria LSD di Torrevecchia, nell’ambito del ciclo "Storie di vita" curato dal professor Jacopo Trionfera, ha offerto un'opportunità rara di riflessione sulla storia d'Italia, focalizzandosi sui 55 giorni che segnarono il sequestro di Aldo Moro. La figlia dello statista ha condiviso con grande sincerità non solo il dolore che ha colpito la sua famiglia, ma anche il percorso interiore che l’ha portata a trasformare quella sofferenza in una lezione di umanità e speranza. La sua testimonianza, profonda e mai retorica, ha dato voce a una riflessione sul significato della tragedia, suggerendo che la memoria storica, se ben custodita, può essere una fonte di crescita, non solo intellettuale, ma anche emotiva.
A rendere l'incontro ancora più stimolante è stata l'intervista condotta da un giovane allievo del professor Trionfera, che con intelligenza e sensibilità ha posto domande in grado di aprire nuove prospettive sulla vicenda. Questo scambio tra generazioni ha evidenziato come la memoria non sia un patrimonio statico, ma un terreno vivo di dialogo e reinterpretazione. Le domande del giovane hanno reso evidente come il passato possa continuare a parlare al presente, offrendo spunti di riflessione su temi universali come la giustizia, la memoria e la resilienza.
Inoltre, è intervenuta la professoressa Patrizia Patrizi, docente di psicologia giuridica e pratiche di giustizia riparativa all'Università di Sassari. La sua analisi ha offerto una prospettiva innovativa sulla giustizia riparativa e sul modo in cui questa può contribuire a una società più consapevole e inclusiva, aprendo nuovi orizzonti per affrontare conflitti e tragedie del passato.
In un contesto come quello di Torrevecchia, dove spesso mancano occasioni di approfondimento, questo incontro ha avuto un valore aggiunto, dando vita a un dialogo che ha coinvolto la mente e il cuore. La libreria LSD, con la sua atmosfera accogliente e intima, ha costituito il luogo ideale per un confronto che ha unito la storia a una riflessione collettiva sulla nostra capacità di fare i conti con il passato.
Ascoltare Agnese Moro, una donna che ha subito un trauma così devastante, e vederla ancora così sensibile e aperta al dialogo, ha rappresentato un esempio straordinario di umanità. La sua forza e il suo modo di affrontare il dolore offrono un insegnamento che fa credere ancora negli esseri umani degni di tale nome. Ricordiamoci che, se per tutti noi quella vicenda è stata una tragedia storica, per lei ha significato la brutale e irreparabile perdita di un padre.
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