Oggi è difficile immaginare di spendere 10 euro per una tavoletta di cioccolato artigianale quando con 2 euro possiamo trovare una versione industriale che, pur avendo un aspetto simile, è piena di zucchero, aromi artificiali e un minimo di cioccolato vero. Ma questo “drunk-food” non offre che un appagamento temporaneo, senza lasciare traccia di quella profondità che solo un prodotto autentico riesce a trasmettere.
Un tempo, i prodotti regionali erano esclusivi e difficilmente reperibili fuori dalle loro terre d'origine. Si aspettava con ansia l'arrivo di una
scatola di specialità, disposti a pagare qualsiasi cifra pur di assaporare i sapori di casa. Oggi, invece, questi stessi prodotti sono facilmente reperibili ovunque, ma con un rovescio della medaglia: il fascino dell’esclusività è andato perduto. La globalizzazione ha reso accessibili a tutti ciò che una volta era raro, ma con essa si è perso il valore di ciò che era prezioso e unico.Così ci troviamo di fronte a un paradosso: i prezzi sono abbassati, ma la qualità dei prodotti non è più quella di un tempo. La globalizzazione ci ha permesso di portare i sapori di ogni angolo del mondo nelle nostre case, ma allo stesso tempo ha reso più difficile comprendere il vero valore di ciò che consumiamo. Il dilemma rimane: come si trova il giusto equilibrio tra il prezzo e la qualità, tra la necessità di sostenere le piccole realtà locali e il desiderio di accedere a prezzi bassi? La risposta non è semplice, ma una cosa è certa: se non riconosciamo e valorizziamo la qualità autentica, rischiamo di perdere per sempre il legame con il nostro passato e con i veri sapori della tradizione. Ne vale davvero la pena? Forse dovremmo privarci delle troppe spese inutili date dal consumismo veloce e tornare al meno e di qualità.
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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
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