Giovanni Allevi è un’artista raro, una di quelle figure che riescono a trasmettere, attraverso la loro arte, non solo emozioni, ma anche un messaggio di umanità profonda. Il concerto che ha tenuto all'Auditorium di Roma ha rappresentato un incontro tra il pubblico e un’anima sensibile, un dialogo senza parole, ma ricco di una potenza che solo la musica sa dare. Le sue dita, che sembrano danzare sui tasti del pianoforte, ci hanno raccontato una storia senza confini, fatta di suoni che non sono solo note, ma una vera e propria espressione della sua essenza.
Tuttavia, mentre la sala era pervasa dalla delizia delle sue composizioni, un’ombra di dolore mi ha stretto lo stomaco. Giovanni Allevi, che da sempre incarna l’idea di armonia pura e autentica, si trova ora ad affrontare la sofferenza più crudele: la diagnosi di mieloma, una malattia che di certo non riflette la “dolcezza” evocata dal suo nome. E allora sorge spontanea una domanda: come può un uomo che ha dedicato la sua vita all'incanto essere costretto ad affrontare una prova così dura?
Come fai a non sentire tutto questo dentro di te? A non lasciarti invadere da una forza che, nonostante le ferite inflitte dalla vita, gli permette di continuare a donare al pubblico un calore unico. La sua musica, nonostante le difficoltà, continua a scorrere, come un fiume che, nei tratti tortuosi, continua a cercare il mare. Il suo pianoforte, quasi un’estensione di sé, custodisce una resistenza capace di sfidare il peso dell’esistenza. Ogni melodia, ogni nota, sembra un invito a non arrendersi mai, nemmeno di fronte all’ingiustizia del mondo.
Eppure continua ovviamente a fare male. È paradossalmente meraviglioso tutto questo, ma non anestetizza. E intanto il suo pianoforte va, indomito, continuando a darci ciò che di più prezioso ha: la sua capacità di farci sentire vivi, di farci sperare, un atto di amore per la vita stessa.
In quella sala, la musica di Allevi è stata anche un antidoto al dolore di tutti noi, un balsamo per le ferite che non si vedono. Ma ci rimane nell'anima quell'atroce domanda e la risposta, forse, sta proprio nella sua musica. Perché, anche nel mezzo del buio, Giovanni Allevi ci ha ricordato che la magia non si arrende mai, che la luce può sempre risplendere, anche nei momenti più difficili. La sua arte, la sua umanità, sono il segno che, nonostante tutto, c'è ancora qualcosa di grande in questo mondo che vale la pena di essere vissuto e per questo non può succedere sulla di irreparabile, me lo sento. Deve.
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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
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