di Giulia Palummieri
Se vi trovate a passeggiare per Villa Borghese e cercate un angolo che stimoli la riflessione, la mostra Fracturae di Sandro Visca al Museo Carlo Bilotti è l’occasione giusta per fermarsi e pensare. L'artista abruzzese ci guida attraverso una serie di opere che esplorano la frattura, intesa non solo come rottura fisica, ma anche come metafora della condizione umana.
Visca, da sempre interessato alla materia e alla sua potenza espressiva, utilizza tecniche miste e installazioni per raccontare una storia fatta di frammenti, lacerazioni e ricostruzioni. In Fracturae, ogni crepa che emerge dalle sue tele e sculture non è solo una ferita, ma un’opportunità di trasformazione. La scelta di utilizzare materiali grezzi come il cartone alveolare e il ferro, ma anche superfici in ceramica, non è casuale: sono tutti elementi che rimandano a un’idea di fragilità e al contempo di resilienza, perché anche dalla frattura può nascere qualcosa di nuovo.
La mostra, che si snoda tra tele di grandi dimensioni e sculture di forte impatto, offre un’interpretazione visiva e concettuale di un tema universale. Non si tratta solo di un viaggio nel processo artistico di Visca, ma di una riflessione sulla condizione umana, spesso frammentata e in continua evoluzione. Un richiamo a guardare oltre il visibile, ad abbracciare la bellezza nell’incompleto e a riflettere su quanto siano precarie e al contempo straordinarie le "forme" che assumiamo.
Questa esposizione è un vero e proprio invito ad esplorare il pensiero dell’artista, che non si limita a rappresentare la frattura ma la rende parte integrante della sua poetica, donandole una voce potente. Il Museo Carlo Bilotti, con la sua posizione silenziosa nel cuore di Roma, diventa il palcoscenico perfetto per una simile riflessione.
Se siete curiosi di scoprire come la materia possa farsi portatrice di significato, affrettatevi: avete tempo fino al 23 febbraio.
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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
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