Offlaga Disco Pax al Monk: il ritorno di "Socialismo Tascabile" tra musica, memoria e archivi affettivi
A vent’anni dalla sua pubblicazione, "Socialismo Tascabile" (prove tecniche di trasmissione) torna in scena al Monk in un concerto che non si limita a ripercorrere un repertorio, ma lo riconsegna intatto nella sua funzione culturale: un dispositivo narrativo obliquo, capace di trasformare l’immaginario di un'autobiografia in strumento di lettura del reale. Gli Offlaga non celebrano: riattivano. Mettono in tensione il passato con il presente, rifuggendo ogni consolazione nostalgica. Eppure, a noi che c’eravamo negli anni del suo avvento, la lacrimuccia è scesa. Soprattutto se, come nel mio caso, questo disco fa parte dei “fondamentali”.
Sul palco, la voce magnetica di Max Collini ha ricucito frammenti di memoria collettiva con chirurgica lucidità, componendo un racconto che attraversa epoche, ideologie e ossessioni. Daniele Carretti e Mattia Ferrarini – quest’ultimo erede sensibile del compianto Enrico Fontanelli – hanno ridato corpo alle inconfondibili texture elettroniche con rigore e nuova energia. Le stesse, fuse con l'atmosfera del Monk e arricchite dall'Offlaga memorabilia, ci hanno riportato in un attimo a un immaginario infinito, ricco di riflessioni, ironia caustica e amarezza.
Riascoltare gli ODP oggi, dal vivo, è un ritorno a quando i dettagli contavano. In un’epoca che comprime tutto nell’istante, questo tempo condiviso ha avuto il sapore di un atto necessario. Facciamolo diventare un rito questa catarsi, ma non ritroviamoci qui tra altri vent'anni.
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*Tutte le foto presenti sul blog sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
La prima foto in questo post è di Luca Verduchi
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