Di Giulia Palummieri
Franco Fontana non ha bisogno di celebrazioni, ancor meno delle mie. Questa non è una recensione, ma una riflessione su come uno sguardo sensibile possa trasformare un dettaglio in un racconto visivo che assume un nuovo spessore e significato.
"Franco Fontana. Retrospective", al Museo dell'Ara Pacis, curata da Jean-Luc Monterosso, si configura come un’importante occasione per esplorare questo concetto. Oltre duecento opere vi condurranno nell’universo del maestro che ha segnato in modo indelebile la fotografia contemporanea, facendovi entrare nella sua visione materica del colore, della forma e dell'astrazione. Un ampio percorso, coadiuvato dagli spazi espositivi, che svela ciò che, altrimenti, resterebbe celato.
Particolare attenzione è stata riservata all’inclusività: tra audiodescrizioni, video in lingua dei segni e un progetto tattile pensato per non vedenti. L’esperienza diventa così accessibile e sensorialmente aperta a un pubblico più ampio.
Fontana ti esorta a guardare la realtà nella sua essenzialità, ma allo stesso tempo ne svela un’altra dimensione, più profonda, quella che pochi sono in grado di percepire.
Questa mostra, promossa da Roma Capitale e organizzata da Civita Mostre e Musei, Zètema Progetto Cultura e Franco Fontana Studio, è un'esplorazione della bellezza come atto percettivo: un invito a disintossicarci da un mondo saturo di immagini veloci, chiassose e sovrabbondanti. Attiva fino al 31 agosto, rappresenta, quindi, un’occasione imperdibile per riconnetterci, ricaricarci e continuare il nostro cammino con una nuova consapevolezza.
Informazioni:
Luogo
Museo dell’Ara Pacis - Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli), Roma
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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui
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