Cultura e coesione sociale: al via la raccolta fondi per “Ma che Musica al Mercato” a Primavalle

di Giulia Palummieri 

Nel tessuto stratificato di Primavalle, quartiere romano dalla storia densa e spesso semplificata, si sta delineando un’iniziativa che tenta di ricucire i legami tra spazio urbano, cultura e cittadinanza attiva. Ma che Musica al Mercato è il progetto promosso dall’Associazione Val Favara ETS, realtà da anni impegnata nella promozione sociale e culturale del territorio, con un obiettivo preciso: restituire funzione e centralità civica al mercato rionale di via Pasquale II, trasformandolo in un luogo di aggregazione permanente.

La proposta – articolata in un ciclo di eventi culturali e laboratori partecipativi – mira a coinvolgere trasversalmente la popolazione, dalle famiglie ai giovani, fino agli anziani, con un’attenzione mirata all’inclusione di bambine e bambini con disabilità o difficoltà evolutive, troppo spesso esclusi dai circuiti della vita culturale. Il progetto ha preso vita con un evento inaugurale il 21 giugno e si estenderà anche nei mesi autunnali.

Il calendario prevede:
– spettacoli teatrali e musicali
– concerti e silent disco
– laboratori creativi e attività educative
– serate dedicate al confronto, al gioco e alla narrazione collettiva

L’intento è duplice: da un lato, valorizzare un luogo storico come il mercato rionale, oggi sottoutilizzato; dall’altro, promuovere modelli di partecipazione orizzontale e inclusiva, capaci di innescare dinamiche di rigenerazione urbana e coesione sociale.

Per sostenere economicamente la realizzazione degli eventi, è stata aperta una campagna di raccolta fondi destinata a coprire le spese relative a compensi per artisti e operatori, autorizzazioni, allestimenti tecnici e strumenti per garantire l’accessibilità. Ogni contributo sarà impiegato per rendere le attività interamente gratuite e aperte alla cittadinanza, abbattendo barriere economiche e culturali.

Il progetto si propone non solo come un ciclo di appuntamenti, ma come un laboratorio civico aperto, dove sperimentare forme nuove di socialità, elaborazione culturale e responsabilità collettiva. Un'iniziativa nata dal basso, che si confronta con le fragilità e le potenzialità della periferia urbana.

Chi desidera contribuire o seguire gli sviluppi dell’iniziativa può farlo attraverso le pagine ufficiali del progetto su Facebook e Instagram. Ogni gesto, anche il più semplice – un like, un “segui”, una piccola donazione – può contribuire a generare un cambiamento tangibile.

In un tempo in cui la partecipazione rischia spesso di essere delegata o frammentaria, Ma che Musica al Mercato invita a un coinvolgimento diretto, collettivo e consapevole: per restituire ai luoghi comuni una funzione pubblica, e alla cultura il suo ruolo di legame, fermento e possibilità.


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