Roma Borgata Festival – Montespaccato tra visioni immersive e storie di riscatto


Un Festival che attraversa le periferie di Roma portando cultura, memoria e visioni future. Dal visore immersivo di Elio Germano al ring interiore di Emiliano Morana, l'evento itinerante Roma Borgata racconta storie di pensiero critico, identità e rinascita, restituendo linfa a luoghi spesso trascurati.


di Giulia Palummieri

Entro nel vivo del Roma Borgata Festival da Montespaccato, nel cuore dello spazio dell’ex Fabbrica Campari, oggi riqualificato e restituito al territorio come centro pulsante di cultura e sperimentazione.
Lì, in una sala dentro un’altra sala – effetto straniante e insieme ipnotico – prende vita "Segnale d’allarme – La mia battaglia" di Elio Germano e Chiara Lagani, trasposizione in realtà virtuale dell’acclamato monologo.

Uno spettacolo che non si guarda soltanto: si attraversa, letteralmente.
Indossando il visore, infatti, lo spettatore viene proiettato in un altro teatro tra il pubblico, in un’esperienza che si rivela fittizia solo in superficie, trovandosi di fronte a un Germano che dà corpo a un personaggio tanto affascinante quanto disturbante, ispirato esplicitamente al Mein Kampf di Hitler.
Il testo, riadattato in chiave contemporanea, mette a nudo le dinamiche sottili con cui si aderisce – spesso in modo inconsapevole – al pensiero unico, alla narrazione dominante, alla rassicurante semplificazione della complessità.

Un esperimento immersivo, stimolante nei contenuti ma insidioso nella novità tecnica se non governato da equilibrio e consapevolezza.
Come i social, nati per connettere e amplificare, ma che in parte hanno finito per togliere e sottrarre, dimostrano che non è il mezzo in sé a essere nocivo, ma l’uso che se ne fa.

Oggi, però, scelgo — con fatica e ostinazione — di credere ancora nell’umanità. Anche perché, travolta dalle iniziative del Festival, me lo impongo: tra riflessioni e suggestioni, perfino il cinismo che spesso scambiamo per forza deve prendersi una pausa. E quindi mi concentro solo sulle possibilità positive di questo innovativo orizzonte.

Del resto ecco che a pochi passi, sempre a Montespaccato, lo Sweet Bar di Via Mazzoni si trasforma senza orpelli in palcoscenico. Qui l’arte non ha bisogno di sipari né di riflettori: basta qualche tavolino, qualche sedia e, soprattutto, la disponibilità di chi sceglie di ascoltare.

Con "Bar Campioni - Pesi Massimi" di Emiliano Morana, ci si ritrova in una narrazione cruda e luminosa al tempo stesso: una storia di bullismo e riscatto personale che racconta di ferite capaci di plasmarti, costringendoti a scegliere tra la via della rinascita e quella della resa. Un epilogo dove in entrambi i casi, non esistono vincitori né vinti, ma esperienze da rispettare. Sempre.

Il protagonista il riscatto lo trova.
Lo trova nello sport, proprio come tanti ragazzi di Montespaccato, lo trova in un amore trasmesso attraverso le storie semplici ma necessarie della sua famiglia.
Lo trova nella boxe: metafora potente di vita, disciplina e resistenza.
Come nel suo amato match tra Muhammad Alì e George Foreman, combatte contro un avversario potentissimo: sé stesso riflesso negli altri, quell'immagine distorta che la società ti impone come verità.

Il messaggio, forte e chiaro, è che ognuno ha un nome, un’identità fatta di sangue e viscere, non certo sbagliata solo perché qualcun altro ha deciso che non va bene. Il solito pretesto per sentirsi superiori, sentirsi giusti, sentirsi comodi e omologati.
Spegni gli altri, anziché assumerti la responsabilità di accendere te stesso.
Ma questo la boxe non lo insegna: e il tuo nome da schiavo non sarà mai Cassius Clay. Sarà bullo.

Ed è con tutte queste storie che il Roma Borgata Festival conferma la propria essenza più autentica: rendere la cultura — quella che forse nemmeno sapevi di desiderare — prossima, accessibile, necessaria.

Un gesto civile, prima ancora che artistico. 
Non solo spettacolo: è un invito a guardare, ad ascoltare, a esserci davvero. Perché il cambiamento dal basso nasce dalle persone, autori o spettatori che siano.

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*Tutte le foto presenti sono state scattate me. Puoi vedere altre immagini cliccando qui  

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